Nella Divina Commedia, Dante dovrà scendere fino nell’Inferno più profondo per poi faticosamente risalire la montagna del Purgatorio. Infine la dolce ascesa al vertice del Paradiso, dove la luce è più splendente.
Soltanto nell’ultimo canto, il centesimo di una perfetta simmetria linguistica, allegorica, morale e spirituale-iniziatica, Dante riuscirà finalmente a “ficcare il viso” dove può scorgere Dio.
Arjuna invece, nella Bhagavadgita, a poco più della metà del suo “viaggio” con Krishna, ottiene gli occhi mistici coi quali vedrà la forma universale di Dio. Evidentemente ciò che doveva scoprire Arjuna era la forma di Dio come Persona Suprema che incomprensibilmente alla ragione, si trova sia all’esterno che all’interno di ogni essere vivente.
Straordinari e poetici versi delle due tradizioni a confronto, una incoraggiante visione della mèta prima di proseguire il viaggio appena iniziato.
Buon Ascolto su Youtube Link video: https://youtu.be/QREsP64T1hE
