Un lungo viaggio nel Bhagavata Purana

Ho iniziato molte volte la lettura del Bhagavata Purana, uno dei testi più luminosi della tradizione indiana, ma non ce l’ho fatta.
Potrebbe essere che anche questa volta la barca si areni su una secca.
Col tempo però ho riempito la stiva di buon cibo, togliendo tutto ciò che poteva appesantire l’imbarcazione. Ho cercato di sistemare il carico in modo ordinato, stringendo bene le corde affinché i marosi, sciogliendo il carico, non facessero perdere l’equilibrio al legno.
Ho anche pensato che non c’è conquista, seppure minima, che non valga la pena di essere condivisa, oggi ho la certezza che senza l’offerta e la condivisione nessuna realizzazione può rimanere stabile nel cuore.
E’ grazie all’opera instancabile e pazientissima del mio maestro, Matsyavatara Das, che ho potuto fare il pieno sul mio vascello, dotarlo di precisi strumenti di bordo per il viaggio più affascinante che l’essere umano possa immaginare; suo è il merito di questa nuova impresa, mia la responsabilità dell’incerto stile e delle non auspicabili, ma possibili deviazioni di rotta.

Naturalmente quel che seguirà non sarà un commentario, bensì il semplice sentire che mi ha ispirato la lettura e la riflessione di questa grande opera.
Libro I
Cap. 01

Chiudo gli occhi.
In un angolo di foresta dove zanzare e altri insetti molesti mai sarebbero potuti entrare, una folla di sacerdoti in bilico tra due ere cosmiche, ordinatamente disposti in complesse architetture mistiche, s’affaccendavano da secoli intorno a fuochi sacrificali altrettanto antichi.
Anche se per noi risulterebbe incomprensibile ed impraticabile, quella liturgia vedica fu celebrata in nostro favore, cinquantadue secoli fa. Il Bhagavata Purana venne infatti narrato nella foresta di Naimisharanya durante quella stessa cerimonia sacrificale. Entrambi, il sacrificio vedico e il Bhagavata Purana, nacquero dalla crisi che segnò il tramonto dell’era cosmica di Dvapara Yuga e l’alba della nuova età del ferro (Kaly yuga) nella quale viviamo tutt’ora.
La “morte” di Dio, rappresentata dell’avatara Krishna, colpito come fosse un comune mortale dalla freccia di un cacciatore, segna l’avvio dell’età più breve e sfortunata dell’intero ciclo cosmico.
E’ per questa particolare circostanza che già dal primo verso siamo avvisati che l’unica causa di tutte le cose manifestate è quella giovane e affascinante divinità dal volto sorridente che suona il flauto, tutto si svolge a causa Sua e per Suo desiderio: il Suo lila ci attrae e ci ingloba, avvolti nel mistero del gran mar dell’essere: “questo mondo, semplice miraggio assume un aspetto tangibile anche per i grandi saggi e gli esseri celesti”.
Monoteismo assoluto.
Il viatico è la promessa di approdare oltre l’illusone e la sofferenza.
Il Bhagavata Purana si presenta contemporaneamente come sentiero iniziatico e mèta, raccontata da chi a sua volta l’ha udita dalle labbra di Shukadeva Goswami , figlio di Vasudeva, il compilatore.
Shaunaka, guida dei bramani che stavano celebrando il sacrificio di mille anni nella foresta di Naimisharanya, interroga Suta Goswami, presente durante la narrazione di Shukadeva Goswami mentre rispondeva a re Parikshit durante i sette giorni entro i quali sapeva che sarebbe morto a questa esistenza, perfetta metafora del percorso alchemico-iniziatico dal divenire all’essere.
Il verbo s’invola così dalla pianura gangetica al cuore degli sfortunati abitanti di Kaly Yuga per rivelare “chi custodisce il dharma”, ma, si raccomanda il saggio Shaunaka, spiegato in un “modo facilmente comprensibile… gli insegnamenti essenziali”, poiché “in questa età del ferro… gli uomini vivono solo pochi anni, sono sempre irascibili, pigri, sfortunati e soprattutto continuamente turbati”.
Cos’altro vorranno conoscere i muni di Naimisharanya se non la realtà?
Per questo chiedono di Krishna e di come si manifesta nel tempo e fuori dal tempo, ricercando l’unica realtà oltre le apparenze, insieme al modo di accedervi attraverso i principi del dharma.
Il primo capitolo del primo libro diventa così la cornice fisica e spirituale della ricerca di tutti quelli che desiderano contattare la loro vera natura e sorprendentemente scoprire la Divinità di cui fanno parte.
Geaziano Rinaldi

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