Reductio ad Hitlerum e Shastra

Caratteristica di ogni messaggio pubblicitario efficace è la semplicità.
C’è qualcosa di più semplice che dividere il mondo in bene e male, buoni e cattivi?
Nel marketing politico ridurre l’avversario a un nemico da annientare è il massimo del risultato ottenibile.
Lo studioso Leo Strauss, negli anni cinquanta del secolo scorso, coniò la simpatica pseudo citazione latina “reductio ad Hitlerum”, espediente oratorio che consente d’impedire il dialogo con una parte sociale o politica, poiché con uno come Hitler non si deve discutere, si deve ucciderlo”.
E’ esattamente il contrario di quel che s’insegna il primo giorno al corso di “Istituzioni di Diritto Internazionale” in tutto il globo.
Infatti se non è possibile trattare, l’unica via che rimane è la guerra guerreggiata, la strada della diplomazia diventa impraticabile.
Di “uno come Hitler” ce ne sono in giro tanti e sempre ce ne saranno, egli ha potuto fare quel che ha fatto per una serie di motivi sui quali un po’ di memoria storica dovrebbe farci riflettere: l’umiliazione del trattato di Versailles dopo la prima guerra mondiale, gli interessi coloniali delle potenze vincitrici Francia e Inghilterra, la miseria, l’appoggio di magnati statunitensi al partito nazista, ecc.
Oggi parlare di Vladimir Putin come di un novello Hitler* significa tifare per la guerra, osteggiando la via diplomatica. Infatti la demonizzazione del leader di un paese è sempre stata la propaganda più praticata per legittimare guerra e la distruzione di uno stato indipendente: Slobodan Milošević, Saddam Hussein, Mu’ammar Gheddafi, per ricordare i più conosciuti. Con la Federazione Russa però non può funzionare, per ovvii motivi militari facilmente intuibili.
Chi frequenta una disciplina spirituale non può né limitarsi all’indifferenza, né schierarsi con la propaganda di guerra (di ambo le parti in conflitto!).
Cosa fare quindi, oltre che pregare e meditare?
Bisogna conoscere il più possibile, cercare informazioni attendibili, non cadere nella propaganda, farsi un’idea sulla base di alcuni principi basici di qualsiasi tradizione spirituale degna di questo nome.
La verità è un cardine fondamentale, nello Yoga classico di Patanjali (Satya) viene subito dopo la non violenza (Ahimsa), mi pare che anche nel cristianesimo siano prerequisiti necessari per la libertà e la grazia.
Per declinare senza cadere nella confusione questi principi ci vuole però stabilità e discernimento, altrimenti la guerra coi cannoni si trasferisce immediatamente nel cuore della persona.
Va bene, ma come fare per ottenere questo stato di libertà dai condizionamenti esterni?
La mia opinione è che non esista un traguardo dietro il quale ci si possa considerare protetti una volta per tutte. Conquistare questa libertà è un processo che investe tutte le sfere della vita e non ha mai fine.
C’è però un modo di correre sul pericoloso filo della vita senza sfracellarsi al primo passo falso: costruire una robusta rete di salvataggio con la meditazione sugli shastra, i testi della Tradizione, i quali sono più ampi della vita stessa, perché si riferiscono ad “altro”, ovvero a quel “sacro” che non è un momento della coscienza, ma parte strutturante della stessa, dalla quale origina il mondo e la rappresentazione che ne abbiamo.
Sacro e profano possiamo viverli nell’unità gioiosa o nella frammentazione della rivalsa, usiamo dunque la meravigliosa scintilla divina che ognuno possiede: la ragione, e chiediamo nelle nostre intime preghiere come nelle parole pubbliche  che cessi subito ogni violenza, che tacciano le armi e la propaganda di guerra, che ogni essere vivente (non solo Homo sapiens) possa sviluppare la bellezza, la gioia e l’amore, ovvero la nostra natura più intima.
Graziano Rinaldi.
*https://www.washingtonpost.com/news/post-politics/wp/2014/03/05/hillary-clinton-says-putins-action-are-like-what-hitler-did-back-in-the-30s/

1 commento su “Reductio ad Hitlerum e Shastra”

  1. Buongiorno Graziano. Come sempre i tuoi scritti asciutti e puliti, facilmente comprensibili e di conseguenza assimilabili mi attraggono e contribuiscono, insieme agli insegnamenti del nostro Maestro, ad arricchire la mia conoscenza. Come sempre mi capita leggendoti, sono totalmente d’accordo con ciò che scrivi e colgo l’occasione per ringraziarti anche di aver avuto l’onore di ascoltare la tua lettera di Vyasa Puja che mi ha profondamente commosso. Alla prossima Irma

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