Guerra Santa?

Nel canto XV del Paradiso Dante incontra Cacciaguida, un suo antenato che partecipò alla seconda crociata. Il poeta ne fa un esempio di vita vissuta nella virtù e nella sobrietà coronata dal pellegrinaggio armato in Terrasanta, dove il martirio donò nobiltà a tutta la casata. Prima di Dante, Bernardo di Chiaravalle, l’uomo più autorevole della prima metà del XII secolo, darà la regola all’ordine dei monaci guerrieri per combattere i “saraceni”.
Ci chiediamo come sia possibile che personaggi della cristianità, così elevati in spirito e cultura, abbiano potuto sposare la logica violenta e guerrafondaia delle crociate, fino a legittimare un ordine religioso di cavalieri che facevano il loro mestiere: la guerra.
Ripercorriamo  a volo d’uccello una vicenda culturale che parte dai primi martiri cristiani che rifiutavano il servizio militare sotto l’impero romano, fino al martirio di Rolando di Roncisvalle, nella dialettica storica che vede l’emergere degli stati nazionali moderni in contrapposizione alla pretesa della Chiesa di Roma di esercitare il potere temporale  sulla cristianità.
Dante vive nella fase finale della lotta tra sovrani nazionali e papato, immerso in un contesto culturale e antropologico in cui la guerra era passata da peccato a guerra giusta fino a guerra santa. E sia Bernardo che Dante, non dimentichiamolo, respirano le stesse credenze sedimentate nei secoli dei loro contemporanei occidentali.
Buon ascolto su YouTube: https://www.marcoferrini.org/wp-admin/post-new.php

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